il mio regno

qui si parla di…. Luigi Tenco

Una amica di Luigi

Una amica di Luigi, per farmi sapere che stava leggendo l’ultimo libro, pubblicato, che contiene gli scritti e le testimonianze rilasciate dal suo amico, mi ha rimesso questa foto ed ha aggiunto queste parole: “Luigi si fa sempre più lontano lontano. Ma non dai nostri occhi né dal nostro cuore.”

Mi è parso doveroso farne un post e conservarlo, qui, nel mio blog, dove di Luigi scrivo, da oltre venti anni.

Buon compleanno Luigi

Per quanto possa sembrare assurdo, agli occhi di molti, augurare “buon compleanno” ad un amico che se ne è andato 57 anni fa, a me continua a far piacere tenerne “vivo” il ricordo, per tutto ciò che mi ha lasciato fin dalla prima metà degli anni ’60. Con 100 lire potevo ascoltare 3 dischi al Juke-box del mio paese e le mie prime 100 lire (avevo intorno ai 14 anni) le spesi per ascoltare “Angela” per due volte e “Mi sono innamorato di te”. Questo è il mio ricordo indelebile di quando mi sono avvicinato, per la prima volta, al mondo di Luigi, che in me continua a vivere finché, anche io, vita avrò.

E se ci diranno…noi risponderemo NO, NO, NO!

Lontano, lontano

Lontano, Lontano: nuovo libro su Luigi Tenco

Manuela Ippolito GiardiPosted On

Tempo di Lettura: 3 minuti

Esce il 23 gennaio “Luigi Tenco. Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste”, a cura di Enrico de Angelis e Enrico Deregibus, edito da il Saggiatore, un volume che raccoglie in 440 pagine le parole scritte e pronunciate da Luigi Tenco nel corso della sua esistenza. Un insieme di materiali in buona parte inediti – dai temi delle elementari alle lettere, dai diari agli abbozzi di racconti e sceneggiature, dalle interviste fino alle ultime dichiarazioni durante il Festival di Sanremo del 1967 – che dà forma a un’autobiografia impossibile: il racconto della sua vita, dei suoi pensieri, delle sue emozioni e dei suoi incontri attraverso la sua stessa voce.

C’è un ragazzo all’inizio di questo libro chiamato Luigi. Lo osserviamo crescere, imparare a suonare il sax, la chitarra e il pianoforte, mettere in piedi una jazz band con i suoi amici, partire per il servizio militare, avere nostalgia di casa e di sua madre. Lo guardiamo iniziare a comporre canzoni e poi provare a cantarle, con la timidezza e la trepidazione dei ventenni; riuscire nell’impresa di incidere un disco e ascoltarlo trasmesso in radio. Lo vediamo infine combattuto tra la ricerca del successo e l’intransigenza, andare in televisione, rilasciare interviste su interviste, cimentarsi come attore; innamorarsi e rinnamorarsi, ogni volta perdutamente. Di quasi ogni fase della sua breve vita, Luigi Tenco ci ha lasciato una traccia, un testo, una dichiarazione, concedendoci così di guardare al di là delle parvenze di riottosità e malinconia con cui è stato a lungo identificato. Quest’opera ci permette di conoscere da vicino e nella sua evoluzione una figura creativa e piena di desideri, anticonformista e in anticipo sui tempi, umile e allo stesso tempo consapevole del potere delle parole e delle canzoni. Il ritratto di uno dei più grandi cantautori della storia d’Italia, nella sua essenza più sincera.

ISBN 9788842830863 PAGINE: 440 26,00€

Amico mio, di Luigi e di Piero

Se ne è andato Gianfranco ma come per Luigi e Piero (questi ultimi due non li ho mai conosciuti personalmente) resta vivo per me. Lo ricorderò sempre e tornerò a chiedergli qualcosa, ogni volta che ne avrò bisogno e so bene, che lui ci sarà, perché un’amicizia è per sempre e non muore mai!

LUIGI e MASKAR

Ogni volta che si avvicina un periodo di feste, avverto, più forte che mai, il desiderio di riscoprire momenti di vita di Luigi Tenco che potrebbero, se non li fissassi in qualche modo, perdersi anche nella mia memoria.
Per quest’anno ho ritenuto utile ripescare le parole di un suo amico di gioventù e sono andato alla ricerca di un giornalino a cui, pare, abbia prestato mano. Di questo giornalino mi permetto di evidenziare:

1) la prima sede dell’Editore era in “Via Casaregis” a Genova, a due passi dai luoghi che Luigi frequentava.
2) Nelle prime tavole si evidenzia la presenza di un tale di nome “Nat”; (nome che richiama quello di Nat king Cole, cantante molto apprezzato da Luigi)
3) Nella posta dei lettori compare un messaggio, alquanto singolare, di un tale che si firma “Luigi Tence” e qui il mio pensiero va a quanto Luigi tendesse a voler mascherare, egli stesso, il proprio nome e allo spirito, un po’ goliardico, di cui era capace.
4) Anche la data del giornalino (1/1/1963) mi è parsa simbolica per salutare il prossimo anno dopo oltre sessanta anni da quella uscita.

Con la speranza di aver ridato “vita” ad un momento del passato, che rischiava di perdersi, mi preparo ad affrontare il prossimo periodo augurando, a chi mi legge, per il suo prossimo futuro, salute e serenità.

Massimo ( ilmioregno.it )

Luigi, Roby ed…”il vizio del gioco ai dadi”

Luigi, Roby ed ….”il vizio del gioco ai dadi”

Che Novembre sia il mese più triste dell’anno, a me, lo confermò la morte di mio padre, avvenuta una ventina di anni fa. Adesso, sul finire del mese, mi ritrovo a commentare un’altra triste dipartita legata al vissuto di Luigi Tenco. Se n’è andato anche Roby Matano, che di Luigi, il 21 giugno 2007, nel Ridotto del Teatro Regio di Parma, ebbe a dire:

“Luigi io l’ho conosciuto quando ha composto Quando. Quella canzone fu proposta dagli editori a moltissimi artisti, compreso noi (n.b. Roby Matano è stato il leader del complesso I Campioni). A me la canzone piacque talmente tanto che la mettemmo in repertorio. Una sera Luigi capitò al Santa Tecla di Milano mentre io la stavo cantando. Ne rimase colpito e da lì nacque un’amicizia che durò fino alla fine. Eravamo anche legati dalla passione che condividevamo per il gioco, per cui veniva nei locali dove suonavamo noi e la notte, finito di suonare, andavamo nelle bische a giocare ai dadi. Per esempio suonavamo a Cavi di Lavagna, all’Arcobaleno, e lui veniva quasi tutte le sere per aspettare che finissimo di suonare e andare a giocare ai dadi. Mentre aspettava, qualche volta veniva su anche lui e cantava.”

Con un mio amico e con Roby Matano, quella sera stessa, ci siamo intrattenuti a parlare, fuori dal Teatro Regio di Parma, ed a noi confermò quanto aveva, poco prima, sostenuto pubblicamente, definendo che con Luigi si erano presi, entrambi, una bella “malattia”, quella del …“il vizio del gioco ai dadi” ,

Questo è il mio omaggio a Roby Matano: https://youtu.be/rv8Tc3wP6tI

Una brava ragazza per Tenco

Faccio seguito al post che ho pubblicato nel mese di settembre per segnalare il link dove ho inserito la trascrizione dell’intero articolo che fu pubblicato dalla rivista “Sogno” il 9 maggio 1963.

http://www.ilmioregno.it/stampa/19630509sogno.htm

Da ulteriori ricerche fatte la ragazza potrebbe essere poi migrata in Colombia e magari presente in questa foto, visto che il fratello di Luigi ne rivelò l’esatta identità e la particolare inclinazione religiosa.

LUIGI….non cogliere i fiori!

Un po’ di tempo fa pubblicai, in questo mio Blog, la notizia che andavo riordinando l’archivio di “ilmioregno.it” e con particolare riferimento alle notizie di stampa che vanno dal 1959 al gennaio del 1967 indicai una serie di titoli e date di riferimento, pur sapendo che mai ero riuscito a leggere e/o trascrivere il contenuto di una rivista del maggio 1963 che come titolo ha “Una brava ragazza per Tenco”. Ho sempre pensato, data la contestualità dell’uscita del suo 45 giri “Una brava ragazza/Io sì” della primavera del 1963 che l’articolo si riferisse ad una semplice promozione del disco. Peraltro, in una intervista, Ornella Vanoni lasciò detto che il titolo di quel brano, Luigi, lo aveva pensato proprio per lei. Ed invece… niente di tutto ciò ho ritrovato nel “raro” articolo che finalmente sono riuscito a leggere e trascrivere. Parla di tutt’altro ma di questo mi riprometto di inserire i contenuti nella rassegna “Stampa” del mio sito. Qui mi limito a presentare una foto che coglie lo spirito, anche un po’ goliardico, che certo non mancava a Luigi, troppe volte disegnato in tutt’altra maniera.

MICHELA, …. ‘non sei finita, sai!’

Percorrendo, in bicicletta, le strade per “Luigi Tenco”, mi ero ripromesso, un giorno, di incontrare persone per bene, pulite, animate dai miei stessi propositi. A distanza di molti anni, da quel proponimento, posso confermare che di persone, come quelle cercate, ne ho trovate ben poche. Una delle poche, comunque, mi consigliò di leggere questo libro:

E Tu, MICHELA avevi da poco vinto il Premio Campiello di Letteratura. Da allora ti ho conosciuta, e ho potuto apprezzare le tue qualità di persona per bene, pulita e che forse avresti potuto sposare i miei stessi propositi, se solo ti avessi incontrata di persona. Mi duole non averlo fatto ma se come scrive la prefazione del libro “acabar”, in spagnolo, vuol dire “finire” io continuerò a dirti che “non sei finita, sai!”. Anche per Tenco, dopo ciò che avvenne nel 1967, qualcuno pensava che la storia potesse finire lì ma, a distanza di oltre 56 anni, (più di quanti ne hai vissuti, qui) Luigi vive ancora e quel qualcuno si era proprio sbagliato. Di persone per bene e pulite, nel mondo, ce ne sono molte e se anche io ne ho incrociate poche, ho la certezza (sperimentata) che sono sufficienti per dirti: “non sei finita, sai!”

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